lunedì 28 luglio 2008

CRISTIANO RICORDA HEATH



Ciao a tutti!

Sono passati pochi giorni dall'uscita di "The Dark Knight" e se ne parla ancora, forse di più e nei cinema c'é un sacco di gente che non vuole perderselo, tra i vari commenti Cristiano ha scritto un pezzo che vorrei proporre a tutti perché mi ha colpito, bravo Cris!

Mercoledì 23 Luglio, ore 21 circa cominciano a scorrere le prime immagini di Batman “Il cavaliere oscuro” e si capisce che non è il solito film tratto da un fumetto perché inizia in silenzio ed è come se il regista Cristopher Nolan ci avvertisse che questa volta non si riderà molto perché in questo film si parla di paura, di follia, di solitudine, di disperazione, di amore, di vita e ovviamente di morte. L’introduzione è classica, ci mostra un colpo in banca del geniale Joker (Ledger) e di uno sventato da Batman (Bale) e già così sarebbe un film fantastico ma è solo più avanti che la pellicola cambia di livello quando Joker irrompe in una riunione di mafiosi con una risata che parte da molto lontano perché è Heath Ledger che ci fa capire quanto lui sia andato lontano e fino a che punto si è spinto. Ed è qualcosa di sconvolgente.
D’un tratto non è più finzione, non è più rappresentazione. E’ pura arte, è puro cinema perché che ci piaccia oppure no la vera natura del cinema è vampiresca come capì Murnau con Nosferatu, come capì Marlon Brando nelle sue interpretazioni e qui Ledger fa qualcosa ancora di più grande perché non si pone limiti, non ha paura; scende in picchiata verso l’abisso con coraggio e incoscienza e da libero sfogo a tutto un malessere che un artista forse troppo sensibile può sentire e mette in scena, grazie ad una piccola bugia, come può essere la maschera del Joker, tutto se stesso come la rabbia di non essere amati, la follia della creatività ma anche l’urlo di ribellione contro il potere delle regole, dei soldi e la voglia assoluta di libertà. E’ ovvio che con la morte dell’attore ci si concentri più su di lui che non sul resto del film però non ci si può far niente, Ledger cannibalizza tutto il resto. Infatti finito il film quello che ti resta in mente è la sua immagine, le sue battute, la sua fragilità e la sensazione di aver assistito quasi ad uno snuff movie e la malinconia di non aver più possibilità di ammirare altre sue interpretazioni; ma d’altra parte, l’altro lato della medaglia, è la consapevolezza che il destino del vero artista è proprio quello di trasformare la propria vita in un’opera d’arte o come in questo caso, forse, di sacrificarla per essa o forse ancora come è successo in tanti altri casi, più è alto il grado di sensibilità, più è alto il dolore e quindi più difficile conviverci giorno dopo giorno. Comunque sia Ledger con questo ruolo ha fatto qualcosa di immortale che ci sconvolge e ci affascina e ci ispira a non aver paura di affrontare noi stessi.

Cristiano

27 luglio 2008 21.07